07-05-2017

Le pompe di calore nella relazione del MISE sulla situazione energetica nazionale 2016

La lettura della Relazione del MISE è istruttiva sotto molti aspetti. Intanto apprendiamo che nel 2016 le fonti rinnovabili FER hanno coperto il 17,6% dei consumi finali di energia con un contributo rilevante nel settore termico ed elettrico, e, in secondo luogo che sembra che ci siamo messi sulla strada del miglioramento permanente dell'efficienza energetica.
E' quanto rileviamo dalla relazione del Mise , quest'anno pubblicata in anticipo in vista della prossima presentazione della nuova Strategia Energetica Nazionale.

Prosegue il miglioramento dell'Efficienza Energetica. L'intensità energetica del PIL ha ripreso il suo trend di riduzione raggiungendo i 107,8 tonnellate equivalenti di petrolio (Tep) per milione di euro, un decremento complessivo pari a 4,3% rispetto al 2012. Tale miglioramento è frutto anche degli strumenti adottati ( detrazioni fiscali, Conto Termico, Certificati bianchi) che hanno portato a rilevanti risparmi di energia e alla riduzione di emissioni inquinanti. E qui hanno inciso significativamente le Pompe di Calore.

Riduzione della dipendenza dalle fonti di approvvigionamento estere. La quota di fabbisogno energetico nazionale soddisfatta da importazioni nette rimane elevata ma più bassa di circa 7 punti percentuali rispetto al 2010.

Cala la domanda di energia primaria ma crescono gli impieghi finali. Si contrae la domanda di energia primaria ma crescono gli impieghi finali (0,9% rispetto il 2015).

Differenziale fra i prezzi dei prodotti energetici in Italia e nell'Unione Europea. Il differenziale fra i prezzi dei prodotti energetici in Italia e nella UE rimane positivo e si è arrestato il processo di convergenza iniziato qualche anno fa.

Le pompe di calore sono incluse nel settore termico, dove le stime preliminari relative al 2016 quantificano in circa 10,4 Mtep i consumi complessivi di energia da FER per riscaldamento; di questi, 9,5 Mtep sono consumati in modo diretto (attraverso caldaie, stufe, camini, pannelli solari, pompe di calore, impianti di sfruttamento del calore geotermico), mentre i restanti 0,9 Mtep in forma di calore derivato, ovvero calore prodotto da attività di trasformazione (principalmente impianti di cogenerazione e sistemi di teleriscaldamento alimentati da bioenergie). Si registra una flessione dei consumi complessivi, rispetto all’anno precedente, di circa 0,3 Mtep (-3% circa), collegata principalmente alle temperature meno rigide rispetto al 2015 e al conseguente minor fabbisogno di calore.

La fonte rinnovabile di gran lunga più importante per la produzione di energia termica è costituita, anche nel 2016, dalle bioenergie (7,5 Mtep secondo le stime preliminari sul 2016), e in particolare dalle biomasse solide consumate per il riscaldamento nel settore residenziale (legna da ardere, pellet). È ancora piuttosto limitato, invece, lo sfruttamento della risorsa geotermica e di quella solare (complessivamente 0,1 Mtep - 0,2 Mtep), mentre è da sottolineare il contributo rilevante delle pompe di calore (2,6 Mtep).

In tutto questo, siamo ancora poco efficaci come Paese, nell'approfittare di queste opportunità. Gli effetti che dovrebbero derivare da questa riduzione del consumo e dalla maggior efficienza non ci stanno facendo spostare dall'ultimo posto europeo in termini di crescita. 

Probabilmente manca l'elemento chiave di riduzione dell'aggravio fiscale e della spesa improduttiva, destinata a sacche di inefficienza per lo più statale.

Download - Situazione energetica nazionale 2016.pdf

La Redazione