08-01-2019

NONOSTANTE I “SOLDI IN TASCA” IL CONTO TERMICO STENTA A DECOLLARE PER LE PdC

Il GSE ha aggiornato sulla sua homepage il Contatore del Conto Termico (D.M. 28/12/12 e D.M. 16/02/2016) che consente di monitorare l’andamento degli incentivi impegnati attraverso questo meccanismo che supporta la realizzazione di interventi di efficienza energetica e impianti termici alimentati a fonti rinnovabili presso privati e pubbliche amministrazioni.

Dall'avvio del meccanismo ad oggi sono pervenute circa 157 mila richieste di incentivi, alle quali corrisponde un ammontare di incentivi impegnati di 454 milioni, 24 milioni in più rispetto al mese precedente per effetto delle nuove richieste di incentivazione ammesse al meccanismo.

Su circa 140.000 richieste di contributo da parte dei Privati in relazione al Conto Termico, solo poco meno di 10mila sono state relative alle Pompe di Calore della categoria 2A (pompe di calore elettriche o a gas).

La maggior parte delle richieste di contributo (circa 75mila) sono state per le caldaie a Biomassa del tipo 2B.

Il Conto Termico (D.M. 28/12/12 e D.M. 16/02/2016) dedicato alla promozione di  interventi per l'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili presso pubblica amministrazione e privati

l’incentivazione di cui gode la pompa di calore: da un lato la detrazione fiscale del 65% o del 50% (ristrutturazione), dall’altro il Conto energia termico 2.0.

Il 65% o il 50% viene detratto dalle tasse in dieci quote annuali, mentre il Conto energia termico 2.0 varia in base alle prestazioni energetiche degli apparecchi ed è rimborsato tramite bonifico in due anni.

In linea di massima la detrazione del 65% è maggiore, ma dipende dal reddito, mentre con il Conto termico si ha l'incentivo con una liquidità reale e rapida.

A tal proposito abbiamo sentito il parere di due primarie società di installazione, Milano Clima e MoBo Impianti, e, in tal senso, le reazione e le opinioni concordano.

La scarsa diffusione delle informazioni relative al CT 2.0 è sicuramente uno degli elementi che non ne consentono l’adozione. Le case costruttrici non lo mettono al centro della loro azione commerciale, e quindi, in cascata, gli installatori non lo adottano.

In secondo luogo, e per lo stesso motivo legato alla scarsa conoscenza da parte dei commercialisti e fiscalisti, e quindi del cliente finale, non lo si conosce.

Tanto è vero quanto detto, che nella Guida alle agevolazioni fiscali dell’Agenzia delle Entrate di Ottobre 2018 non compare nemmeno (solo gli Ecobonus per l’efficienza e la ristrutturazione!).

Ricordiamo che nel CT 2.0 l’incentivo viene emesso in rate annuale, da 2 a 5, a seconda della tipologia e della dimensione dell’intervento, ma nel caso di contributo ≤ 5.000 € l’incentivo è riconosciuto in un’unica soluzione.

Il pagamento della prima rata è previsto con data di pagamento ultimo giorno del mese successivo a quello della fine del bimestre in cui ricade la data di attivazione del contratto.

Ci sentiamo di raccomandare il CT 2.0, se non altro per il fatto che è legato ad un elenco di attrezzature trasparente di primari costruttori che si avvalgono di una rete di installatori e manutentori qualificata e che i denari tornano nelle tasche del cliente in pochissimo tempo a prescindere dal reddito e dal debito fiscale con l’Erario.

Si ricorda inoltre che per poter ottenere gli incentivi suddetti, occorre che l’impianto sia realizzato in conformità alle normative di sicurezza con assunzione di responsabilità da parte dell’installatore, che avviene con il rilascio al Cliente della DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ DELL'IMPIANTO ALLA REGOLA DELL'ARTE (Art. 7 del Decreto M.S.E. n. 37 del 22 gennaio 2008 – Decreto M.S.E. del 19 maggio 2010).

Tale dichiarazione fa assumere all’impresa gli oneri di conformità alla PED, all’installazione elettrica e alla realizzazione secondo la normativa ambientale F-Gas.

Per maggiori info: www.gse.it